mercoledì 9 gennaio 2013

ANCHE NOI COME I RE MAGI, IN CAMMINO


Da qualche tempo ho ripreso a frequentare la messa domenicale; lo faccio per accompagnare mia madre: da sola non andrebbe più ed io, sapendo quanto fosse importante per lei quel appuntamento, l’ho messo nell'insieme delle cose in cui va aiutata.
Ci sono tornata con sufficiente disincanto ma, dopo tre mesi di messe festive ed infrasettimanali, debbo ammettere che questo tempo della domenica mattina è diventato un appuntamento importante anche per me. La scoperta principale sta nel contenuto delle scritture: ascolto testi già sentiti infinite volte in passato, recuperando un filo mai spezzato e, contemporaneamente, scoprendo curiosità di approfondimento che mi portano a leggere (per coglierne l’insieme) per conto mio quegli accenni di brani annunciati nella celebrazione.
L’aspetto interessante è trovare, talvolta, una saggia attualità non saprei dire quanto consona all'interpretazione ufficiale ma che io trovo ricca di contenuti e di inviti alla riflessione.
Con questo spirito, la domenica dell’Epifania, mi sono ritrovata a pensare alla figura dei Re Magi. Questi personaggi, sapienti, colgono un segno apparso nel cielo e dunque visibile a tutte le genti ma, tra tutte, solo loro tre ne comprendono il significato, avendo a lungo studiato le antiche scritture. Essi dunque attingono alle loro conoscenze ed alla loro saggezza per interpretare un segno che preannuncia grandi cambiamenti. E si avviano, si mettono in viaggio, vanno alla ricerca di qualcosa (allora ignoto) senza sapere né cosa né dove avrebbero trovato, né quanto tempo avrebbero impiegato per portare a termina la loro ricerca.
Viaggiano verso l’ignoto, seguendo la stella, con l’attenzione a non perdere di vista l’obiettivo e, nello stesso tempo, ascoltando i luoghi non conoscendo l’approdo.
Arrivano infine e la scoperta pare corrispondere alla loro conoscenza ed alle attese. Altro aspetto interessante è che la scoperta non è solo per arricchire sé stessi. Essi portano doni, così che la conoscenza si perfeziona nello scambio, nella riconoscenza, nel dare qualcosa di sé.
Poco importa sapere (almeno per me) che i Magi siano realmente esistiti, se essi fossero re oppure scienziati, che fossero proprio tre e tutte quello che la tradizione ci ha tramandato. Quello che mi ha intrigato è stato leggere un testo che ha centinaia e centinaia di anni e trovarvi un pensiero così attuale: conosciamo attraverso lo studio costante e la rielaborazione dell’esperienza, se sappiamo metterci in curioso atteggiamento di ricerca, se siamo in grado di affrontare l’ignoto, se affrontiamo il viaggio insieme ad altri altrettanto interessati. E se siamo disposti a condividere il viaggio e la scoperta ed a farne dono ad altri.

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