Da qualche tempo ho ripreso a frequentare la messa
domenicale; lo faccio per accompagnare mia madre: da sola non andrebbe più ed io, sapendo quanto fosse importante per
lei quel appuntamento, l’ho messo nell'insieme delle cose in cui va aiutata.
Ci sono tornata con sufficiente disincanto ma, dopo tre mesi
di messe festive ed infrasettimanali, debbo ammettere che questo tempo della
domenica mattina è diventato un
appuntamento importante anche per me. La scoperta principale sta nel contenuto
delle scritture: ascolto testi già sentiti infinite volte in passato, recuperando
un filo mai spezzato e, contemporaneamente, scoprendo curiosità di
approfondimento che mi portano a leggere (per coglierne l’insieme) per conto
mio quegli accenni di brani annunciati nella celebrazione.
L’aspetto interessante è trovare, talvolta, una saggia
attualità non saprei dire quanto consona all'interpretazione ufficiale ma che io
trovo ricca di contenuti e di inviti alla riflessione.
Con questo spirito, la domenica dell’Epifania, mi sono ritrovata
a pensare alla figura dei Re Magi. Questi personaggi, sapienti, colgono un
segno apparso nel cielo e dunque visibile a tutte le genti ma, tra tutte, solo
loro tre ne comprendono il significato, avendo a lungo studiato le antiche
scritture. Essi dunque attingono alle loro conoscenze ed alla loro saggezza per
interpretare un segno che preannuncia grandi cambiamenti. E si avviano, si
mettono in viaggio, vanno alla ricerca di qualcosa (allora ignoto) senza sapere
né cosa né dove avrebbero trovato, né quanto tempo avrebbero impiegato per portare
a termina la loro ricerca.
Viaggiano verso l’ignoto, seguendo la stella, con
l’attenzione a non perdere di vista l’obiettivo e, nello stesso tempo,
ascoltando i luoghi non conoscendo l’approdo.
Arrivano infine e la scoperta pare corrispondere alla loro
conoscenza ed alle attese. Altro aspetto interessante è che la scoperta non è
solo per arricchire sé stessi. Essi portano doni, così che la conoscenza si
perfeziona nello scambio, nella riconoscenza, nel dare qualcosa di sé.
Poco importa sapere (almeno per me) che i Magi siano
realmente esistiti, se essi fossero re oppure scienziati, che fossero proprio
tre e tutte quello che la tradizione ci ha tramandato. Quello che mi ha
intrigato è stato leggere un testo che ha centinaia e centinaia di anni e
trovarvi un pensiero così attuale: conosciamo attraverso lo studio costante e
la rielaborazione dell’esperienza, se sappiamo metterci in curioso
atteggiamento di ricerca, se siamo in grado di affrontare l’ignoto, se
affrontiamo il viaggio insieme ad altri altrettanto interessati. E se siamo
disposti a condividere il viaggio e la scoperta ed a farne dono ad altri.
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