In data 3 agosto 2011 si è riunito il Gruppo di lavoro “Quale futuro per il Welfare Locale?” composto da amministratori locali e da tecnici dei servizi per proseguire nel percorso di riflessione sulle prospettive della programmazione in ambito sociale e sociosanitario nel nostro territorio.
L’incontro si è aperto richiamando i principali contenuti emersi nel precedente appuntamento, cercando di dare concretezza a quanto emerso quando si affermava che:
“ … diventa prioritario recuperare una capacità di lettura dei problemi per porre i casi in un quadro più ampio, in una visione più ampia … che tenga conto di ciò che facciamo e di come le persone si attrezzano, di come l’impoverimento e la povertà siano legati a limiti culturali e a situazioni “ambientali” che non possiamo non conoscere”.
Il gruppo condivide di dedicare due incontri (questo ed il successivo) all’analisi di alcuni aspetti conoscitivi che caratterizzano il nostro contesto territoriale, tenendo quale target di riferimento “famiglia con minori”, per non rimanere su discorsi troppo generali e generici e per facilitare il confronto e la riflessione avendo un ambito operativo meglio definito.
In questo incontro verranno affrontati i seguenti aspetti:
- elementi di analisi del contesto socio demografico
- elementi di analisi della spesa sociale
Nel successivo incontro (già programmato per il 14 settembre pv) verranno invece analizzati i seguenti aspetti:
- elementi di analisi dei servizi e della loro utenza
- alcuni “tratti” per delineare le caratteristiche prevalenti del target “minori e famiglia”
Con l’aiuto di grafici e tabelle vengono illustrati i dati raccolti dalla componente tecnica del gruppo per delineare:
a) elementi di analisi del contesto socio demografico
- le classi d’età della provincia e del distretto
- gli indici demografici della provincia e del distretto
- il trend di crescita della popolazione del distretto
- la popolazione minorile nel distretto
- lo stato civile nel distretto
- la presenza di stranieri (e alcune loro caratteristiche) in provincia e nel distretto
b) elementi di analisi della spesa sociale
- la spesa sociale e socio sanitaria in regione
- i canali di finanziamento regionali
- la spesa sociale pro capite media in regione
- le aree di intervento degli Uffici di Piano regionali
- le aree di intervento dei comuni lombardi
- le aree di intervento della Regione (anche attraverso le ASL)
- la spesa sociale del nostro distretto
- la spesa sociale dei diversi comuni cremaschi (per area, procapite, per tipologia, per incidenza % sulla spesa corrente)
- la spesa dei comuni cremaschi per altri interventi “preventivi e promozionali” (pubblica istruzione, cultura, sport, attività ricreative, …)
Dal confronto sui dati emergano le considerazioni di seguito espresse in modo sintetico:
1. le amministrazioni devono assumere un nuovo ruolo programmatorio che vada oltre la sfera di competenza strettamente comunale e di quanto in gestione dei rispettivi bilanci. Il nuovo obiettivo non può più essere quello di erogare “qualche prestazione”, ma di promuovere/sostenere la tutela dei diritti dei cittadini, affinché gli stessi possano accedere a servizi/opportunità garantiti dal sistema pubblico (oltre ai comuni, dalle Asl, da Regione, INPS, Stato …) …, offerti dal sistema privato (terzo settore, privato sociale, impresa sociale, …) o semplicemente attivati nelle comunità grazie a forme di volontariato e ad espressioni di vicinanza/relazione informale.
2. il dato relativo alla forte rilevanza dei trasferimenti monetari per interventi sociali che lo Stato fa direttamente ai cittadini attraverso l’INPS ha fatto riflettere sulla funzione dei servizi sociali che, tolti i panni dei gestori, saranno sempre più chiamati ad esercitare le dimensioni dell’ascolto, della vicinanza e dell’accompagnamento delle famiglie, spesso lasciate sole nella gestione delle proprie difficoltà e nella fatica di valorizzare appieno le proprie “risorse” (comprese quelle monetarie trasferite). L’immagine dell’Assistente Sociale rifugio per ogni sventura e artefice di soluzioni magiche o miracolistiche non ha mai retto, ma regge ancora di meno nel momento in cui, dati alla mano, ci si rende conto di quanto sia limitata e irrilevante (dal punto di vista quantitativo) l’azione intesa in chiave erogatoria e prestazionale. Diventa invece sfidante, piena di potenzialità e significativa l’azione di progettazione sociale incentrata sulla conoscenza, sulla lettura dei fenomeni e sulla realistica costruzione di percorsi che possano avvalersi anche di “risorse” diverse da quelle del bilancio comunale.
3. la considerazione del forte disequilibrio di risorse desinate ad interventi sociali, sociosanitari e sanitari all’interno della provincia con una ricaduta territoriale delle stesse che penalizza in cremasco a favore del cremonese, ha evidenziato come sia opportuno un reale impegno “politico” che ponga la questione all’attenzione dei livelli decisionali. Non si tratta di fare battaglie contro gli altri distretti, ma di conoscere con serietà le motivazioni che hanno determinato questo quadro e, soprattutto, di leggere le conseguenze in termini di possibilità di accesso ai servizi e alle opportunità da parte dei cittadini cremaschi e di ipotizzare strategie compensative e correttive.
4. da ultimo si è convenuto sulla necessità di suyperare la stratificazione dei servizi sociali a favore di azioni innovative che siano contrassegnate da un’imprenditorialità sociale , con il pubblico impegnato in un ruolo di promotore ed il privato sociale che valorizza tutte le sue potenzialità nella progettazione e realizzazione di risposte vicine alle esigenze della gente e capaci di una sostenibilità che possa non dipendere unicamente dal finanziamento istituzionale.
Nell’incontro del 14 settembre, oltre a continuare il percorso intrapreso, verrà dedicato del tempo anche alla progettazione di azioni finalizzate a socializzare i contenuti che stanno emergendo e per tenere “agganciate” al processo in atto tutte le diverse componenti nel gruppo rappresentate.
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