sabato 24 novembre 2012

LA SUSSIDIARIETA' QUOTIDIANA (ovvero come non sentirsi la Repubblica…della carta igienica)


Il cittadino che risparmia energia, fa un uso sostenibile della risorsa idrica, segue bene le regole della raccolta differenziata, sceglie il trasporto pubblico, condiviso o sostenibile anziché il mezzo di trasporto individuale privato, tiene in buono stato un proprio immobile (es. restaura la facciata, pulisce o sgombera il proprio marciapiede da rifiuti, detriti o dalla neve, pota alberi che minacciano di rovinare su strade pubbliche, smaltisce foglie secche che rischiano di causare un incendio oppure ostruiscono canali di drenaggio delle acque piovane, ecc.) è un cittadino che svolge “attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”?
Insomma, il cittadino che nella propria vita privata o nella gestione di beni individuali tiene una condotta orientata alla riduzione o, addirittura, all’ eliminazione di “problemi collettivi” (o, meglio, per la collettività) e che, conseguentemente, contribuisce a ridurre/eliminare la necessità di organizzare una risposta pubblica, si può considerare un cittadino attivo che deve essere “favorito” dai poteri pubblici? Oppure, guardando al fenomeno da un’angolazione opposta e inversa, si può parlare di veri e propri doveri civici del proprietario o del "privato cittadino"? Forse non è la corretta applicazione della sussidiarietà?
Qualcuno potrebbe dire che in fondo si tratta di comportamenti in alcuni casi già resi obbligatori dal diritto, altri che si tratta di condotte irrilevanti per lo stesso e che sarebbe bene che tali rimanessero. Qualcun altro potrebbe sostenere che in fondo non vi è sussidiarietà in azione, almeno fino a quando i poteri pubblici non cerchino davvero di istituire un’alleanza con i cittadini per tutelare l’interesse generale attraverso un miglior governo dei beni privati o delle condotte individuali.
Lo stesso potrebbe dirsi se fossi un agricoltore e non mi preoccupassi di "manutenere"
correttamente i miei impianti di irrigazione e per effetto di questo si determinasse un disastro ferroviario od altro. Mi sto riferendo ai numerosi fenomeni di dissesto idrogeologico causati, a seconda i casi, dal mancato coinvolgimento o dal malfunzionamento di quelli che, almeno in linea teorica, sono consorzi tra proprietari di aree che necessitano il coordinamento d’ interventi pubblici e privati per la difesa del suolo, la regolazione delle acque, l’irrigazione e la salvaguardia ambientale.

La sussidiarietà può essere pane quotidiano
In un'ottica più orientata alla sussidiarietà, a mio avviso, esiste anche una diversa possibile configurazione delle fattispecie in questione. Esse potrebbero essere inglobate nell'ambito di quella che possiamo definire la "sussidiarietà nelle piccole scelte quotidiane". Pensiamo all'uso sostenibile delle risorse naturali o dell'energia, alla raccolta differenziata, a una regolazione della mobilità urbana che incentivi il trasporto collettivo o condiviso e disincentivi la mobilità privata o individuale. Od anche alla sinergia tra servizi pubblici.
Si può facilmente dimostrare che in realtà si tratta di un paradigma concretamente applicabile anche ad altri settori la possibilità di vivere in maniera sostenibile, cioè in armonia con la natura e la propria comunità. La semplice riscoperta della bicicletta, dei mezzi pubblici e quindi di una mobilità sostenibile o la valorizzazione del turismo diffuso in comunità ospitali, delle energie sostenibili, dei prodotti locali biologici, della raccolta differenziata, di stili di vita più sostenibili e così via, rappresentano tutti esempi di come, apportando piccoli aggiustamenti alla vita quotidiana, si possa contribuire alla tutela dell’interesse generale. Lo stesso può dirsi se, sempre nella vita di tutti i giorni, i cittadini si preoccupassero di gestire meglio i propri beni privati, per migliorarli o conservarli correttamente, affinché producano un beneficio, oppure non procurino danno alla collettività e quindi giovano all'interesse generale.
In definitiva, l'idea essenziale è che ciascuno di noi, obbedendo a regole di buon comportamento civico nella propria vita privata, sia con riguardo all'uso di beni privati, che con riguardo all'uso di beni pubblici, può dare il proprio contributo per tutelare l'interesse generale o, meglio con una terminologia a noi più cara, i beni comuni.

C'è alleanza se c'è responsabilità sociale individuale
Tutti questi comportamenti si basano sull’assunzione di una responsabilità verso gli altri e verso i beni comuni. Questi cittadini si sentono e sono persone responsabili. Non nel senso punitivo del termine, ma in quello di accountable. Si tratta cioè di cittadini che si sentono investiti di un potere, cioè quello di fare qualcosa per dare una risposta a problemi collettivi con propri comportamenti individuali nella vita di tutti i giorni e incidenti per lo più sulla propria sfera privata. Si è già dimostrato come la sussidiarietà implica anche una responsabilità sociale individuale, perché si fonda sull’assunzione da parte dei cittadini di responsabilità nei confronti dei beni comuni, di cui essi decidono autonomamente di prendersi cura insieme con l’amministrazione pubblica.
Si può dire, in altri termini, che la cittadinanza attiva consiste nell’assunzione da parte di singoli individui, da soli o insieme con altri, di responsabilità sociali, cioè di responsabilità verso la comunità. Qui l'assunzione di responsabilità è quotidiana, confermata giorno per giorno, attuata nella propria sfera privata anche se incidente in qualche misura sulla collettività.
Anche in questo caso si realizza quella forma di alleanza tra pubblici poteri e cittadini sottintesa dall'art.118 della Costituzione. Infatti, secondo il paradigma della sussidiarietà quotidiana, i cittadini decidono di prendersi cura di beni comuni attraverso comportamenti quotidiani orientati alla minimizzazione di problemi di dimensione collettiva o alla riduzione di costi per la collettività che creano la necessità di organizzare una risposta pubblica. Ma !!! i pubblici poteri non smettono di colpo di occuparsi dei medesimi beni comuni. Anzi, i poteri pubblici scoprono degli alleati inaspettati nei cittadini che decidono di abbracciare la sussidiarietà quotidiana. Se si vuole, si tratta di una forma di alleanza spontanea e informale. Alleanza sinonimo di governance.
Queste parole accompagnano giorni di turni elettorali importanti (a partire dalle primarie del centro-sinistra) e sono impregnate dalla fatica a gestire la crisi sociale (=crisi delle persone) con senso di responsabilità: due variabili interconnesse.

Costruire quotidianamente la sussidiarietà si paga a caro prezzo. E che prezzo.
Ma ne vale la pena!

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