giovedì 23 maggio 2013

DON ANDREA


Non ti ho mai conosciuto di persona ma è come se lo avessi fatto.
Quante volte sentendoti parlare ho avuto la sensazione che quelle parole mi uscissero da dentro, quante volte la gioia e lo stupore nell’ascoltare la mia Chiesa che parlava.
Eppure in troppi, anche molti sacerdoti e fedeli, hanno preferito attaccarti l’etichetta di prete ribelle, di icona del cattocomunismo spinto, di deriva del clero. Per loro hai avuto il torto di offrire al mondo una specie di “fede laica” facendola passare come una contraddizione quando non era altro che la possibilità concreta per tutti di appartenere, di essere Chiesa senza farsi legare, di essere cristiani perché capaci di amare.
Invece sei stato profondamente uomo di Chiesa, radicato nel Vangelo, hai scelto gli ultimi come ha fatto Gesù per indicarci da dove viene la salvezza. Hai saputo leggere i tempi offrendo letture mai banali e confrontandoti sui temi più delicati in senso teologico. Hai asciugato tante lacrime. Ti piaceva provocare.
Hai celebrato la sacralità della libertà e della dignità dell’uomo annunciando la Buona Novella come offerta e opportunità irrinunciabile, mai come imposizione o verità inattaccabile. La Comunità di San Rocco al Porto è segno di speranza, entusiasmo, partecipazione che stride con la costante riduzione di presenze la Domenica nella maggior parte delle chiese.
Prego affinché la tua opera e la tua testimonianza mi sostengano nel lavoro con chi soffre, soprattutto nei momenti in cui lo sconforto sembra prendere il sopravvento e, come a volte mi succede,  per tenere lontano il dolore decidi di tenere lontane anche le persone pur sapendo benissimo che quel male è anche il tuo, ti appartiene.
Ci hai insegnato che occorre prendersi un rischio, che nella mimetizzazione non c’è salvezza, che amare vuol dire osare perché tu hai amato il Vangelo e la tua Chiesa più di ogni altra cosa, tanto da correre il rischio di essere messo da parte, idealmente “crocifisso”.
Ora riposati e non dimenticarti dei tuoi ultimi, che siamo noi.
Grazie Don Andrea!

Nessun commento:

Posta un commento