mercoledì 2 dicembre 2015

RUGGINE di A. Vailati: LA RECENSIONE



Ieri sera, spogliatoio della palestra di una scuola secondaria. Su di una panca che non so come potrebbe essere più scomoda, “Marc, II B, sei un gran figo”, le narici invase di gioventù ormonale e batterica. La luce, a tempo, si accende e si spegne. Si sta incerti, in attesa, si approfitta del momento.
Ho fritto stasera, per cena. L’olio prima scorre fluido, scivola inodore, ma poi liberare il tegame e l’aria dal suo viscido abbraccio è una impresa che costa fatica. Ci sono attimi, ci sono scorie, lasciti che non si cancellano mai del tutto. Un po’ restano lì.
Ora, da pochi minuti ho chiuso e riposto Ruggine, un’ora ieri, un’ora oggi o poco più ed eccomi a scriverne.
Luca, Giulio, Chiara, Fabio e poi Monica, Barbara, Sara e ancora Miguel e infine Teresa sono nessuno, figurarsi, e sono parte di ciascuno di noi. Sono i fantasmi che ci girano in testapanciacuore, sono l’altro da noi, sono il lontano e sono il dentro di noi. Sono il sospeso, la ricerca, il rifiuto e sono il sovrapporsi di vita e di vite. Luca e gli altri sono l’andare, lo stare, il tornare, l’isolarsi, il costruire ed il distruggere, l’esserci, il non esserci ed il morire.
Ancora una volta Alberto Vailati entra deciso, non scava ma esplode nei suoi personaggi, quarantenni che vivono e in un attimo svaniscono, lampi di tubi al neon in esaurimento che illuminano intensi e che scompaiono in un istante lasciando il lettore alla ricerca di un senso, di un luogo in cui collocarsi, di un tempo in cui stare.
Ruggine è un libro che va letto in un fiato, di rincorsa e poi forse riletto con più calma una seconda volta.
Lo stile, al terzo romanzo, si è fatto un poco più morbido; continuo a pensare che in alcuni passaggi le parole siano sin troppe e forse troppo ricercate ma che nel complesso non siano sufficienti a saziare il desiderio di voltare ancora una volta pagina.



"Ruggine" di Alberto Vailati, 138 pp, 12 €, è disponibile presso la libreria Mondadori in via Mazzini a Crema e sempre online, Amazon, IBS, Libreria Universitaria o direttamente dal sito della casa editrice "96, rue de-La-Fontaine Edizioni”

sabato 4 luglio 2015

MA NOI LA CHAMPION L'ABBIAMO ALZATA


Fa strano ammettere di averlo capito solo adesso, a poco meno di un mese dalla sconfitta di Berlino, a pochi minuti dagli 8 anni della mia seconda stella, nata il 4 Luglio come quel film con Tom Cruise sul Vietnam…lei, un dono misterioso fatto di luce e abbracci, a poche ore da Mondi Montani 2015, una camminata verso l’alto di alcuni amici che ancora credono di poter compiere grandi imprese; eppure è così, e adesso mi è chiaro: non c’è riuscito Buffon a sollevare quel trofeo diventato maledizione, non c’è riuscito Carlos Tevez a rendere felici migliaia di argentini del quartiere Fuerte Apache, non ha potuto Paul Pogba portare in una sera la sua valutazione da 80 a 120 milioni…ma noi si…noi la Champions l’abbiamo alzata, come e più del dio del calcio Lionel Messi! 
L’abbiamo alzata perché ogni minuto, dalla prima gara del girone alle palpitanti gare ad eliminazione diretta, l’abbiamo vissuta insieme, portando le nostre facce tristi e allegre di giornate segnate da un lavoro andato male o una promozione, una lite in famiglia o una nuova emozione. 
L’abbiamo alzata ad ogni nuova birra sperimentata, ad ogni tavolo del pub brancato all’ultimo minuto perché nessuno aveva sky e chissà mai dove faranno vedere la Champions il prossimo anno; l’abbiamo alzata perché esiste solo un motivo che mi ha spinto a bere un barbera d’asti da 13.5 nel secondo tempo di ogni gara dopo birre, caipirinhesangrie e spumanti catalani (a seconda degli avversari), anche quando il 6 Giugno la temperatura segnava 33 gradi: portava bene…almeno fino alla finale. 
L’abbiamo alzata quando con Angelo, Luca, Matteo e Marco abbiamo pensato senza dircelo che organizzare visioni di gruppo a casa ed al pub per tifare Juve fosse uno dei migliori modi possibili per condividere un pezzetto della nostra meravigliosa ed insignificante vita, bella come le feste sugli spalti, povera come la volgarità di chi correndo dietro un pallone si porta a casa milioni di euro. 
L’abbiamo alzata perché mia figlia Alice, 11 anni, vedendola in montagna al fianco dell’amico Luca aveva gli occhi velati di tristezza al 95° ed io, quando Francesca me lo ha raccontato, mi sono pure sentito in colpa. 
L’abbiamo alzata perché quando la partita è finita nessuno ha detto “è solo calcio, pazienza”….o forse devo averlo detto io ma perché in quelle occasioni sono un po’ paraculo e devo pur potermi difendere; quando senti una emozione forte a volte cerchi di nasconderti e poi passa il tempo ed elabori proprio come in questo momento: vigilia di Mondi Montani; vigilia del compleanno di Claudia. 
Così, mentre tutti dormono e stai per inviare questo file nella speranza che qualcuno di quelli citati sopra te lo pubblichi prima di domani pensi... che il calcio è come la vita…non entri nel’albo d’oro ma hai partecipato a qualcosa di straordinario che se non lascia un segno fuori resta comunque dentro di te, perché la vita non conta vincerla ma viverla, se possibile intensamente. 
Magari il prossimo  anno la vinciamo anche sul campo questa maledetta coppa…eppure io questa edizione non la dimenticherò mai. 

mercoledì 17 giugno 2015

L'ASSEDIO



Dall’inizio del 2014 ad oggi quasi duecentomila migranti sono sbarcati in Italia, o sarebbe meglio dire in Europa, in fuga da guerre, fame, miseria. Non sappiamo se sono profughi, almeno non fino a quando una commissione non sarà in grado di accertarlo. Sono tutti richiedenti asilo e come tali, secondo la legge, devono essere accolti sino a quando il loro status non sarà certificato.
Il termine “invasione” è stato ed è frequentemente adoperato per descrivere quanto sta avvenendo o più probabilmente per destabilizzare l’opinione pubblica in funzione anti-migranti anche se il numero degli sbarchi, a fronte di un paese di 60 milioni di abitanti e di un continente di 500, non giustificherebbe in alcun modo l’utilizzo di tale termine.
I presunti invasori hanno la scabbia, sono sporchi, minacciano la nostra sicurezza, vogliono i nostri soldi, in larga parte scappano da fame e miseria (che son cose brutte ma non come la guerra), spesso hanno una fede diversa dalla nostra, qualche volta sono pure terroristi: insomma, sono il motivo della crisi economica da cui non riusciamo a riprenderci, sono la ragione degli innumerevoli episodi di corruzione e malgoverno che da anni mortificano il paese, sono la causa di anni di riforme non fatte, il motivo per cui in Italia non si fanno figli, l’anello di congiunzione tra politica e malavita, la spiegazione di milioni di disoccupati. E l’elenco potrebbe continuare.

lunedì 15 settembre 2014

ANNO NUOVO SCUOLA VECCHISSIMA - Parte Quarta

E così, di rientro dalle vacanze scolastiche estive più lunghe di tutta Europa, per il quarto anno consecutivo, sono ancora qui a scrivere di scuola. Potrei risparmiare il mio tempo e la vostra fatica riproponendo gli stessi post degli anni scorsi, con le stesse domande inevase e le stesse proposte in sospeso (2011, 2012, 2013). A dire il vero un cambiamento si verifica ogni anno, sostanziale, quello del ministro dell’istruzione: Gelmini, Profumo, Carrozza, Giannini in rapida successione negli ultimi quattro anni. Dal 1946 ad oggi se ne sono succeduti 38, un grande classico della nostra Repubblica gattopardesca.
Quest’anno perciò prendo solo lo spunto dall’avvio della scuola per proporre un argomento diverso, in parte almeno. Quindi, nell’attesa: che l’agenda digitale faccia il suo corso; che i libri di testo spariscano dalle classi; che il 40% degli edifici scolastici ancora mancanti all’appello acquisisca il certificato di agibilità; che l’inglese o le lingue straniere si insegnino o meglio si pratichino per davvero, così come lo sport, gli sport; che la scuola, per ora di carta, di Renzi veda traduzione operativa (per inciso… quanto mi indispone ‘sta cosa finta che chiedono a noi consigli!); che mi vengano in mente quelle altre cose che nemmeno più mi ricordo tanto tempo è passato da che le han proposte; ecco, nell’attesa, vi propongo di ragionare di responsabilità. Già qui su Mondi Vitali se ne è parlato tempo fa a proposito della carta igienica ma ci voglio tornare.