Il
mio sindaco ideale è prima di tutto, visti i tempi che corrono, una persona onesta: non solo o semplicemente perché
votato alla trasparenza ma perché ha dentro di sé una maturità, un equilibrio
tra la ragionevole ambizione di affermarsi attraverso il proprio contributo
alla comunità ed il desiderio forte di creare legami tra cittadini, migliorare
la qualità della vita di tutti secondo parametri non esclusivamente economici,
proporre nuovi (o forse vecchi) stili di vita; credo significhi che il mio
sindaco debba avere una “visione”…della
città, dei cittadini, della vita (e anche della morte) e del benessere, del
mondo da cui veniamo, in cui siamo, verso il quale andremo; quindi, mi rendo
conto mentre scrivo, è anche un po’ un profeta
il mio sindaco, nel senso che sa leggere i tempi e anticipare quando occorre
ciò che ancora non vediamo ma che da qualche parte è già scritto o sta già
succedendo; sa essere concreto il mio sindaco, perché una Visione ha la V maiuscola solo se si accompagna
alla sostenibilità delle idee e dei progetti; sa parlare a quelli che lo
sostengono ma più ancora cerca il confronto politico e civile con chi ha idee
differenti, con chi è in minoranza; allo stesso modo privilegia i “ più
piccoli”(i bambini, i senza casa, i senza lavoro, i più emarginati ecc. ecc.)
non per moda o spot ma per (ri)dare loro voce, senza nulla togliere a tutti
quelli già in grado di farsi sentire autonomamente.
Il
mio sindaco ascolta, ascolta, ascolta; e prima di dare risposte o provare a
farlo ascolta ancora, si informa, si documenta; se serve va pure in
supervisione o in terapia perché ha responsabilità importanti e necessita di
essere aiutato a leggersi dentro.
Rifiuta
gli approcci leaderistici e personalistici, privilegia l’autorevolezza all’autorità; non serve che sappia tutto, che sia
onnisciente ma è indispensabile che sappia coordinare un gruppo di lavoro e
formare una squadra di governo capace di compiere scelte secondo lo stile sopra
descritto; il mio sindaco e la sua giunta possono anche sbagliare, possono
permettersi errori quando c’è buona fede, capacità di riconoscerli e ripartire
dagli stessi quali indispensabili punti di ri-partenza.
Il
mio sindaco sa parlare un linguaggio comprensibile ma non banale, fa prevalere
la logica delle buone idee e non quella del “peso” di quelli che le portano,
utilizza i media per ciò che di buono possono dare rifiutando il triste
spettacolo dei titoli senza contenuto, dei proclami vuoti e traditori.
Il
mio sindaco ideale ha voglia di imparare e di diventare un uomo migliore
all’interno di una comunità migliore e così la sua squadra; non ha l’ambizione
di vedersi celebrato o insignito di chissà quale titolo ma quella di proporre
modelli vincenti e replicabili, da lasciare in eredità ai suoi successori ed
alle nuove generazioni affinché possano a loro volta renderli migliori,
cambiarli, stravolgerli in un infinito percorso che ha come denominatore
condiviso il Bene Comune.
Il
mio sindaco non è solo un ideale: esiste, è concreto, so che c’è; e per farlo
comparire serve il coraggio di tutti.
Siamo
noi la Visione !
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