domenica 10 aprile 2011

DIARIO DI VIAGGIO 5: CHIEDI CHI ERANO I BEATLES

Siamo già in aprile ed ho l'impressione che questi due mesi siano passati velocissimi; non mi rimane che una settimana di lavoro, una settimana di ferie (perché per la semana santa il centro rimarrà chiuso) e qualche giorno di preparativi del rientro... direi che sono quasi al termine della mia bella esperienza.
Le settimane passate dal mio ultimo diario sono state molto tranquille sul lavoro, ma dense di eventi “mondani”. Ho partecipato alla festa di compleanno di una bimba dell’asilo, alla merenda di beneficenza organizzata da UNA per raccogliere fondi per il centro, al battesimo di un bimbo di 5 anni che neppure conoscevo e a cui sono stata invitata come amica dell'amica di un amico... una catena infinita... una delle stranezze di questo posto.

La merenda di beneficenza è stata organizzata presso la villa di Alma, la psicologa che collabora con UNA per i progetti scolastici. Una casa bellissima, posta lungo il porto turistico di Huatulco, con un ampio giardino con piscina dove erano stati collocati tutti i tavoli per gli ospiti. Per partecipare all’evento era necessario acquistare un biglietto (donativo per il centro) che dava diritto alla merenda preparata direttamente da Flor, la mia capo. La serata è stata molto piacevole, partecipata (c’erano un’ottantina di persone) e divertente perché erano stati organizzati giochi da tavolo e una lotteria a premi; in palio colazioni presso gli hotel della città, un tostapane, una bottiglia di Baileys... un servizio di manutenzione dell’auto: naturalmente non ho vinto nulla, ma ho condiviso un goccetto di Baileys vinto al mio tavolo!
A parte tutto, l'evento è una delle forme con cui si sostiene UNA ed è stato piacevole vedere una buona partecipazione della comunità locale ai progetti dell’associazione.
Il battesimo non c’'entra nulla col mio lavoro qui, però mi va di raccontarvelo perché è stato qualcosa di veramente “piovuto dal cielo”...
Io, invitata sconosciuta alla famiglia, ero l’unica ospite presente puntuale alla cerimonia in chiesa, gli altri son arrivati a circa metà del battesimo... naturalmente belli beati. Allora il sacerdote ha approfittato della mia presenza per farmi partecipare al rito... vi giuro avrei voluto essere da un’altra parte, ma ormai era troppo tardi! Ed infine la festa è continuata nel giardino (non so se è il caso di chiamare così la terra battuta di fronte ad una casa in via di ultimazione, ma dove già vivono più persone...) della loro abitazione al H3 il quartiere più povero di Huatulco. Alla festa erano presenti molte più persone che alla cerimonia; si è mangiato, ballato ed i bambini hanno rotto ben cinque pignatte piene di dolci: che urla di gioia!!! Insomma, una festa ben riuscita anche se qualcuno si starà ancora chiedendo chi era la ragazza in blu...
Invece, la cosa più interessante che ho fatto in quest’ultima settimana è stata la visita, con le mie colleghe, di una comunità indios che dista circa due ore di macchina da Huatulco. Le distanze qui si esprimono in ore di viaggio perché i km sono poco significativi, potrebbero essere pochi, ma occorre molto tempo per percorrerli. In questo caso il paesino, La Merced, si trova tra le montagne, 35 km di strada sterrata lo separano dalla prima via asfaltata: la civiltà.
È stato proprio come calarmi in un altro spazio ed in un altro tempo. Il paese sbuca all’improvviso dalla vegetazione brulla di questa stagione secca: una piazza centrale con campo da basket consumato dal tempo con un edificio bianco a due piani e la chiesa bianco-ocra che la incorniciano su due lati ed una serie di case i cui confini sono marcati da steccati, fil di ferro e piante grasse. La vegetazione in paese è più rigogliosa perché scorre un corso d'acqua, ci sono banani e palme, i cortili sono abitati da pollame vario e da molti cani magrissimi, ci sono molti muli perché i contadini li usano per i lavori nei campi.
Quando sono arrivata a la Merced l’atmosfera era irreale, un gran silenzio e cinque uomini ad un lato della piazza. Uno di loro ci ha accompagnate all’asilo nido dove dovevamo fare il sopralluogo e l’osservazione dei bambini. Siccome il mio lavoro all’asilo è terminato presto, con la mia capo, sono andata a trovare due bambini disabili che in passato erano stati seguiti presso il centro.
E così sono entrata anche in queste famiglie e in queste case: è difficile raccontare la realtà che ho visto perché potrebbe sembrare un racconto esagerato, per impressionare... ma purtroppo non è così. Case che sono baracche mezze in muratura e mezze in legno, pavimenti in terra battuta, bagni a cielo aperto, cortili pieni di qualsiasi cosa, bambini ed animali che corrono, toccano, condividono tutto.
Entrambi i ragazzi erano seduti sulle loro carrozzine consumate dal tempo e dall’incuria, non erano particolarmente puliti... e che altro? Penso che la prima preoccupazione di questa gente sia arrivare alla fine della giornata; qui la disabilità è una condizione di doppio svantaggio e doppia sfortuna.
Una camionetta collettiva suona il suo clacson dalla piazza ed avvisa che il servizio di trasporto verso la civiltà è in partenza... l’isolamento si interrompe.
Mi raccontano che gli episodi di violenza e l'abuso di alcohol sono molto diffusi in queste comunità; non voglio giustificare nulla, ma che prospettive di vita hanno questi giovani? Cosa conoscono del mondo e di cosa accade nel mondo? Con che occhi mi staranno guardando?
Quando sono arrivata a Huatulco la mia amica e coinquilina mi aveva raccontato alcuni aneddoti, mi aveva detto che molti qui non sanno chi sono i Beatles, cos’è e dov’è l’Europa, che in Italia si parla italiano... ma anche che molti non sono neppure stati a Oaxaca (capoluogo dello Stato) o ancora al mare... e ci siamo proprio attaccati! Insomma una serie di cose che allora mi erano sembrate delle assurdità! Dopo oggi tutto è diventato più chiaro e relativo. Per molte di queste persone il “qui ed ora” è ciò che conta, il “futuro” è un tempo troppo lontano.
È stato un viaggio speciale nel mio che già di per sé è un viaggio. Un viaggio istruttivo che aiuta a riflettere e pensare alla propria vita in modo un po’ diverso.

2 commenti:

  1. Non sapranno dei Beatles ma sapranno chi è Apicella... vuoi mettere?
    Dai sondaggi risulta che il tuo indice di gradimento è salito alle stelle e non vuol saperne di fermarsi. Addirittura c'è chi dice che il tuo rientro in Italia farà cadere il governo.
    Chi vivrà vedrà, ma mica riesci a tornare prima?

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  2. Grazie di cuore Romina per queste testimonianze che ci aprono la mente, ci aiutano a relativizzare i nostri assoluti, ci impegnano a trovare continuamente il senso delle cose che facciamo e pensiamo e della vita che stiamo vivendo...

    Massimo

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