domenica 4 dicembre 2011

CORRO UN PO'




Qui su Mondi Vitali l’incipit del mio primo libro.
Disponibile da oggi.
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Sono le nove e cinquantuno della sera del 16 di agosto 2010 ed inizio a scrivere, l’ho fatto altre volte ma mai sono andato oltre la pagina e mezza, forse a quel punto non avevo altro da dire o forse scrivere è difficile.
È da un po’ che ce l’ho in mente e in questi giorni il mio andirivieni dalla Liguria, oltre che il solito dal lavoro, mi hanno dato il tempo per pensare a che scrivere. Ci fosse una macchina che legge e sistema i pensieri questo libro sarebbe già finito da un pezzo ma non c’è, almeno per ora, e quindi mi tocca scriverlo perché se cominciare a scrivere è di per sé complicato continuare lo è ancora di più, almeno lo immagino visto che non l’ho mai fatto e figuriamoci finire ma finire quando si ha finito davvero, non smettere.
Sono solo in casa, la mia famiglia è ancora appollaiata nel sottotetto di una casetta nel primo entroterra del levante ligure, mi consola il fatto che il cielo è lo stesso per tutti noi.
Forse ora non c’entra molto, così però vi abituate alle mie divagazioni, ma mi affascina da sempre il fatto che per quanto piccola sia la porzione di cielo che si riesce a scorgere è comunque senza confini, anche se la guardi da un abbaino di 60 per 40 cm.
Ogni sguardo, ogni scorcio racchiude comunque l’infinito, ogni storia racchiude un mondo. In queste righe c’è la mia storia vista da un abbaino.

Ogni anno, verso San Lorenzo, mi trovo a pensare col torcicollo a questo paradosso. San Lorenzo è passato da poco e puntualmente ci sto pensando.
Di fronte a me il libro che al momento mi appassiona, mi attira a dire il vero ma vorrei evitare l’ennesima scusa per ritardare lo scrivere, sarò davvero bravo se terminerò di leggere quando avrò finito di scrivere, l’autore mi perdonerà.
Ho deciso di scrivere perché a 37 anni compiuti, da qualche mese ormai, il mondo così com’è non mi piace gran che e sento di non aver fatto abbastanza per cambiarlo, il mio lo faccio ma di certo potrei dare di più, molto di più ma molto molto.
Sento che il tempo passa o forse come qualcuno ha già detto passiamo noi, e ancora non mi arrendo all’idea che le cose stiano come stanno e soprattutto non mi arrendo al vedermi passivo spettatore scontento in transito silenzioso.
Scrivo pertanto al fine di placare, almeno per un po’, il mio senso di incompiutezza, nell’attesa dell’idea evento che mi permetta di praticare la mia rivoluzione così da cambiare il mondo e stare finalmente in pace con me stesso. Scrivo, come già molti altri prima di me, se non altro, per lasciare traccia, per colmare la sensazione di effimero che talvolta mi prende alzando ed allungando lo sguardo oltre il qui ed ora.
Per come sono fatto, bene o male decidete voi, non posso stare così, fermo in attesa, qualche obiettivo me lo devo dare, possibilmente complicato, che permetta di trovare conferme ulteriori all’idea che se mi metto in testa una cosa, prima o poi ci arrivo e qualcosa di me resta e se fin ora ho raggiunto tutti i miei obiettivi vorrai mica che mi fermi giusto prima di aver cambiato il mondo?
Scrivere questo, che mi accorgo con questa aver già chiamato due volte libro nel giro di poche righe, è il mio prossimo, presente obiettivo.
Le pagine che seguono sono il resoconto di uno dei miei obiettivi precedenti.
Tutto quello che scrivo corrisponde al vero, almeno i fatti, per quanto riguarda le opinioni non sono così presuntuoso.

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