Ecco, lo sapevo, la ripartenza di Mondi Vitali mi costringe a
prendere in mano la questione del silenzio, della “vacanza” che ci siamo presi
dal blog (con la parziale giustificazione del periodo estivo): solo mancanza di
tempo? Forse no. Anzi, ora posso dirlo, proprio no! E' che se nella tua testa
hai in mente di "cambiare il mondo", almeno il tuo piccolo mondo, se
pensi di poter contribuire anche in modo infinitesimale alla riflessione sulle
cose che ti circondano e sulla qualità della vita che stai vivendo, ma poi ti
manca l'ispirazione...occorre chiedersi il perché...
Si deve ripartire dalle fondamenta, si deve ragionare sulle
motivazioni che muovono; questo spaventa sempre un po' perché può succedere a
volte di dover prendere atto che una esperienza è finita, esaurita o non più
feconda e occorre per onestà dirlo a se stessi e a quelli con cui stai
camminando.
Così, ripensando ai nostri propositi da adulti
ancora convinti che con "poco" si può cambiare il mondo, che un luogo
virtuale possa essere luogo di confronto capace di trasformarsi anche in luogo
fisico e relazione, colto da illuminazione mi sono scoperto con in mano una chiave, una parola-chiave: POESIA.
Perché poesia? Boh...non lo so bene, è una immagine arrivata
così…come una ispirazione. Mi sono tornati in mente alcuni passaggi della
poetessa premio Nobel Wislawa Szymborska, proprio il giorno in cui ha ritirato
il premio, a proposito dell'ispirazione: "...l'ispirazione
non è un privilegio esclusivo dei poeti o, più in generale, degli artisti. C'è
stato e ci sarà sempre un gruppo di persone visitate dall'ispirazione. E'
composto da tutti coloro che hanno scelto consapevolmente il loro mestiere e lo
svolgono con amore e fantasia. Possono essere medici, insegnanti, giardinieri...Il
loro lavoro diventa una ininterrotta avventura, finché cercano di scoprirvi
nuove sfide. Problemi e difficoltà non soffocano mai la loro curiosità. Uno
sciame di nuovi interrogativi emerge a ogni problema risolto. Qualunque cosa
sia l'ispirazione, essa è nata dal riproporsi continuo della frase NON SO"
Ma allora la poesia a cosa serve?
Nello sconfortante contesto attuale di cui
facciamo parte anche noi, senza pretese di sentirci migliori, nel mondo che ha
una risposta per tutte le domande e rincorre sempre una domanda finale di
utilità forse è possibile, addirittura necessario, "abitare aree di
sosta", uscire dai margini prestabiliti, cercare una bellezza gratuita e
senza scopo (la poesia non serve a
niente), riflettere sui problemi provando a ribaltare le prospettive. Poesia e
ispirazione come gesto creativo e attenzione a chi ci sta intorno (persone, comunità,
ambiente) attraverso i quali rileggere il contesto, i problemi sempre più
complessi, noi stessi. Se ne sente sempre più il bisogno guardando ai fenomeni
di corruzione e decadenza politica che affliggono da mesi, in una escalation
senza fine, il nostro paese e che uccidono la speranza di cambiamento: ma
possono spiegarsi, tali fenomeni, solo con l'ingordigia di alcuni soggetti? Con
la colpevole tracotanza/deriva di gruppi di potere?
Mi vengono in mente le enormi statue sull’Isola di Pasqua di
cui non conosciamo assolutamente il significato. Sono lì, e ci guardano.
Forse la domanda non è chi sono loro, ma chi siamo noi.
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