Premesso che: l’età anagrafica non conta, l’importante è essere giovani dentro, c’è sempre una seconda, terza, quarta età, finché c’è vita c’è speranza, come il vino si migliora invecchiando e che bla e bla e bla e bla, vi scrivo di un episodio, personale, forse per i più di poco conto ma che credo paradigmatico.
Ne scrivo di getto, è la prima volta che lo faccio o meglio l’ho fatto altre volte ma senza mai rendere pubblico e quindi mi prendo qualche rischio, piccolo.
Riunione fra colleghi, dopo che, per motivi che ora mi sfuggono, ho ricordato la mia età, mi sento dire, quale complimento in apprezzamento quasi stupito ad un qualche mio intervento, cito a memoria, potrei sbagliarmi sui termini ma il senso era quello: “caspita però certo che sei giovane per…”.
Per i pochi che ancora non conoscessero così approfonditamente le biografie di noi di MV ho 38 anni.
Ora, fatta salva l’assoluta buona fede della collega, mi domando e domando a voi qual è l’età dopo la quale ci si aspetta un intervento degno ed un agire coerente?
Potrei ora partire con una filippica sul ruolo (mancato) dei giovani nella società civile e soprattutto nei luoghi di potere e potrei rimpallare la colpa dai giovani “bamboccioni” ai vecchi da “rottamare” che non lasciano spazio.
Non lo farò, in cambio però smettiamola con i giovani di quarant’anni!
Ma come? hai 38 anni???? : )
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