In questi giorni persone a me vicine sono state colpite da enormi tragedie che hanno portato dolore nelle loro case. Famiglie intere sono ora provate da sofferenze, da dubbi, da senso di impotenza e ingiustizia. Non è equanime il dolore. Anche quando pensiamo "di aver già dato", ancora torna da noi e cambia le nostre vite, già provate, già difficili, già rette su equilibri raggiunti con fatica nel tempo e ora spazzati via, di nuovo. In queste occasioni inaridiscono in me le parole. Ogni espressione di cordoglio appare inutile, banale, superflua, ...
Il dolore è un postino grigio, silenzioso,
col viso asciutto, gli occhi d'un azzurro chiaro,
dalle sue spalle fragili pende
la borsa, il vestito è scuro e consumato.
Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timidamente sguscia
di strada in strada, si stringe
ai muri delle case, sparisce in un portone.
Poi bussa. Ed ha una lettera per te.
ATTILA JòSZEF*
Poeta ungherese
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